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ALESSANDRO MATTINZOLI CE L'HA FATTA, E' FUORI DELLA TERAPIA INTENSIVA ED E' FURIBONDO COL GOVERNO E CONTE: SI VERGOGNI!venerdì 10 aprile 2020Dal suo letto in terapia semi intensiva, dopo 41 giorni di ricovero agli Spedali Civili di Brescia Alessandro MATTINZOLI, assessore regionale allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, vuole parlare "da cittadino e da malato". In un'intervista al quotidiano 'Il Giornale' racconta: "Mi ha deluso il premier Conte che non è venuto a vedere com'era la situazione di persona. A Nassirya, in Kosovo, il nostro governo è sempre andato a trovare i suoi soldati, qui in un'emergenza del genere Conte non ha lasciato la sua scrivania e il suo sorriso rassicurante. Non glielo perdono, dovrebbe davvero vergognarsi. Roma ha così inteso l'autonomia delle regioni, della Lombardia in particolare: ci ha abbandonato". Per l'assessore, "Conte avrebbe dovuto avere l'umiltà di concordare con le opposizioni le misure da chiedere all'Europa. Divisi non siamo credibili. Bisogna avere l'umiltà di consultare gli esperti per programmare la ripresa economica a lunga durata. Non si può pensare in un'emergenza di non modificare le regole di accesso al credito. Gli imprenditori, ho ricominciato un po' a lavorare e a confrontarmi con i miei colleghi di giunta e il presidente Fontana che con grande umiltà hanno lavorato indefessamente, chiedono liquidità, sburocratizzazione e accesso al credito". Ora dice MATTINZOLI, "È necessario ripensare il modello sociale ed economico, dove la sanità deve avere un ruolo prioritario. E riequilibrare il rapporto profitto-ambiente. Legittimo il profitto, ma chi produce e inquina di più dovrebbe versare somme compensative per interventi ambientali e per garantire a tutti i bambini opportunità di crescita, di sport e di cultura". E al Corriere della Sera di oggi, Alessandro Mattinzoli dice: ''Mi sembra di essere stato investito da due Tir. Uno, bene o male, è andato con la fine della terapia intensiva, l'altro ce l'ho ancora addosso'' . "State attenti, davvero, ragazzi, state a casa - dice - prendete tutte le precauzioni possibili". ''Sto molto meglio - afferma - ma dopo 41 giorni sono ancora in isolamento in una struttura riabilitativa, vedo solo le infermiere e i medici che mi visitano una volta al giorno, vestiti come astronauti. E quando avremo finito questa intervista dovrò sdraiarmi e riposare, perché faccio ancora molta fatica. Come le dicevo mi sento ancora addosso il secondo Tir, un peso emotivo che si somma a quello fisico''. E ripercorre i momenti più difficili che ha passato: ''Me ne vengono in mente due: quando mi hanno detto che mi avrebbero ricoverato in terapia intensiva e allora io ho chiesto all'infermiera se avrei mai rivisto i miei figli, e poi quando mi hanno messo una maschera in stile Silenzio degli innocenti''. ''Ero arrivato - ricorda - a 16 punti di polmonite, vicino al massimo livello di gravità, 48 ore di black out e poi mi sono un po' ripreso. Ma respiravo male e le maschere a ossigeno che mi hanno applicato erano dispersive. Così me ne hanno applicata una a ventosa, che si appicciava alla faccia, aderente, che tirava i capelli. Una tortura. Ho resistito per sette ore, poi - dopo che una infermiera ha ottenuto per me mezz'ora di pausa - volevo arrendermi e non metterla più, ho detto che ero arrivato al mio limite. Ma il medico è stato bravissimo a motivarmi provocandomi con metafore sportive'' ''In terapia intensiva, intubato - dice l'assessore - non potevo fare niente se non affidarmi alle persone stupende che vi lavorano e che davvero si prendono cura di te in ogni minimo dettaglio, fanno tutto loro. E sono orgoglioso almeno di una cosa: non ho mai pensato ''perché proprio a me?'', ma ho continuato a ritenermi fortunato per le cure che stavo ricevendo ed ero preoccupato soprattutto dall'idea di aver contagiato qualcuno. Ma a quanto pare soltanto mia moglie è positiva, ma asintomatica. Pensavo alle persone che volevo rivedere, cercavo di ricomporre la mia rete degli affetti. Ma devo anche dire che sono uscito da questa esperienza arricchito da convinzioni nuove''. ''Sono cose - osserva - che avevo già in mente, ma ora sono ancora più convinto che dobbiamo pensare a un modello di società che faccia pace con il pianeta e basata sulla redistribuzione. Insomma, serve più attenzione a tutto l'ambiente, a partire da quello umano. E mi sono ripromesso di impegnarmi in questa battaglia'. A una situazione di emergenza come questa bisogna dare risposte di emergenza, gli strumenti ordinari non bastano. Quindi non credo sia una buona soluzione quella di seguire il percorso abituale, rallentato dalla burocrazia, per dare ossigeno alle imprese''. ''Bisogna - sottolinea - offrire liquidità immediata, al massimo nel giro di 24 ore. E sul settore del turismo osserva: Ha bisogno di tutele diverse e mirate. Il governo dovrebbe affacciarsi qui in Lombardia per vedere cosa è successo''. Usa poi toni duri contro il Governo: ''Dal mio letto di ospedale mi sono indignato per un presidente del Consiglio che non si è degnato di una sola visita in Lombardia. Bastava una conferenza stampa, lontano da tutti, per dare un segnale di vicinanza. Dovrebbe vergognarsi''. ![]() Cerca tra gli articoli che parlano di:ALESSANDRO MATTINZOLI ASSESSORE CONTE VIGLIACCO LOMBARDIA CORONAVIRUS TERAPIA INTENSIVA |
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