SI SALDA IL FRONTE EUROSCETTICO SULLA MOZIONE DI SFIDUCIA A JUNCKER. NON PASSERA', MA ACCELERERA' IL CROLLO DELLA UE.
mercoledì 19 novembre 2014BRUXELLES - Il neo presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, e' riuscito ad unificare tutte le famiglie degli euroscettici presenti al Parlamento europeo di Strasburgo: dopo la rivelazione dello scandalo noto come "Luxleaks", sugli accordi fiscali di favore accordati dal Lussemburgo a molte grandi multinazionali, il gruppo parlamentare "Europa della liberta' e della democrazia diretta" (Efdd), diretto dal leader euroscettico britannico Nigel Farage (Ukip), ha annunciato di aver depositato una mozione di sfiducia nei confronti di Juncker, di cui chiede le dimissioni.
Tra i 76 parlamentari europei che hanno firmato la mozione figurano, oltre agli europarlamentari della Lega Nord capitanati da Matteo Salvini, anche i membri del Movimento 5 stelle (M5s) dell'ex comico italiano Beppe Grillo e persino quelli del Front national (Fn) francese: evidentemente il disprezzo nei confronti di Juncker e dell'establishment Ue che egli rappresenta e' piu' forte dell'avversione reciproca che i leader dell'Ukip britannico e dell'Fn francese nutrono l'uno nei confronti dell'altra.
Prima delle elezioni europee del maggio scorso infatti Farage aveva detto che Marine Le Pen "ha l'antisemitismo iscritto nel suo Dna"; e dopo il voto i due si sono fatti la guerra per riuscire ciascuno a formare un gruppo parlamentare euroscettico ai danni dell'altra, sottraendosi reciprocamente alleati e sostenitori.
Alla fine solo Farage ce l'ha fatta, con il sostegno di Grillo e di un gruppo di partiti euroscettici di vari altri paesi, ma adesso grazie al disprezzo per Juncker i rancori sembrano passati. Hanno prevalso le ragioni che uniscono su quelle - pur evidenti - che dividono.
Di fatto, però, la mozione di censura che sara' messa ai voti la prossima settimana a Strasburgo non ha alcuna chance di passare: nonostante che l'enorme scandalo Luxleaks abbia fatto a pezzi la credibilita' di Juncker, nessuno dei partiti pro-europei finora ne ha chiesto la testa, nel miope timore di indebolire ancora di piu' la Commissione. E al Parlamento essi dispongono di una maggioranza confortevole.
Ma la mozione e' il primo colpo sferrato dagli euroscettici, avversari sia dell'euro che della Ue. E sebbene perderanno nella votazione a Strasburgo, questa sconfitta sarà la classica "vittoria di Pirro" per i socialisti e i popolari che formano la maggioranza: scaverà una fossa ancora più profonda tra l'istituzione "Ue" e i cittadini europei.
Difendere l'indifendibile Re degli evasori fiscali Juncker getta il suo discredito direttamente addosso a tutta la Commissione europea, al Gruppo socialista e al Gruppo del Ppe. E offre un'arma politica formidabile contro la Ue a partiti nazionali schierati contro l'euro e la Ue e che presto saranno chiamati alle urne, ad iniziare da Gran Bretagna e Spagna nella prima parte del 2015.
max parisi