IL 31% DEGLI ELETTORI BRITANNICI E' DISPOSTO A VOTARE UKIP E NIGEL FARAGE E' IL LEADER PIU' POPOLARE, PRIMA DI CAMERON!
lunedì 27 ottobre 2014LONDRA - Quasi un terzo degli elettori britannici, il 31 per cento, sarebbe disposto a votare per l'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, nei collegi in cui il movimento di Nigel Farage avesse possibilita' di vittoria. E' quanto emerge da un sondaggio di Opinium per "The Observer", settimanale del quotidiano "The Guardian".
Su scala nazionale l'Ukip e' accreditato di un consenso del 18 per cento, dietro ai Tory e al Labour, appaiati al 33 per cento, e davanti al liberaldemocratici, col sei per cento. La rilevazione e' stata effettuata a tre settimane dalle elezioni suppletive di Rochester and Strood, dove i conservatori rischiano una sconfitta ad opera di Mark Reckless, ex esponente Tory passato all'Ukip.
Tra gli elettori pronti a votare l'Ukip qualora avesse chance di vittora figurano il 33 per cento dei conservatori, il 25 per cento dei liberaldemocratici e il 18 per cento dei laboristi. Il 40 per cento dell'elettorato teme di sprecare il voto scegliendo il partito di Farage, ma il 37 per cento non e' di questo avviso.
Dall'indagine emerge anche il gradimento dei leader: Nigel Farage e' il piu' popolare, seguito da David Cameron, Ed Miliband e Nick Clegg. L'ascesa dell'Ukip, che si batte per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, ha avuto un'ulteriore spinta dalla recente richiesta della Commissione di Bruxelles di un contributo britannico extra di 1,7 miliardi di sterline.
Il partito di Farage sta dettando l'agenda politica in materia di immigrazione, spingendo i conservatori a una linea piu' dura. Il segretario alla Difesa, Michael Fallon, ha dichiarato che le citta' si sentono "sotto assedio" da parte dei migranti, specialmente lungo la costa orientale dell'Inghilterra, dove l'Ukip e' in ascesa.
L'esponente del governo conservatore, inoltre, si e' detto favorevole a un'azione volta a limitare l'afflusso di cittadini comunitari in cerca di lavoro, ma e' stato costretto a fare marcia indietro su richiesta del primo ministro, David Cameron. In un comunicato ha spiegato di aver scelto male le parole e che avrebbe dovuto dire che le citta' sono "sotto pressione".
Redazione Milano.