''NON COMPRATE CASE IN FRANCIA: PREZZI -31% NEL 2016, SPAGNA -10%, ITALIA -16%. E' DEFLAZIONE'' (PRITCHARD - TELEGRAPH)
giovedì 1 maggio 2014LONDRA - "State attenti se avevate in mente di acquistare una casa in Francia. Gli stress test per le banche rilasciati oggi si aspettano una diminuzione del valore immobiliare dell'1,6% quest'anno e un altro 1% nel 2015". Con questa premessa Ambrose Evans-Pritchard precisa poi come lo "scenario avverso", il peggiore possibile analizzato, arriva anche a un possibile crollo del 31% per la fine del 2016, come riflesso delle preoccupazione dei regolatori francesi che hanno inviato i dati alla nuova autorità bancaria europea - EBA (European Authority Bank).
L'Italia è leggermente meno volatile: con i prezzi delle proprietà in calo del 3,4% quest'anno, lo 0,7% il prossimo, e il 16% tendenziale alla fine del 2016. Per la Spagna è previsto un crollo del 4,3% per quest'anno e poi una ripresa. Il peggior scenario è meno 10.4% fino al 2015 e una ripresa nel 2016. Ma, prosegue Evans-Pritchard, i regolatori spagnoli sono ottimisti come sempre, come se vivessero in un universo parallelo. E così anche se lo schock globale per l'EBA dovesse avvenire – prosegue il columnist del Telegraph - ci stanno dicendo che Madrid potrebbe schivare il proiettile abbastanza agevolmente. E questo con due milione di case sfitte sui bilanci delle banche: una voragine nei conti di cui non si vede il fondo!
La domanda è: quanto sono credibili questi test dell'EBA dopo quelli precedenti ai limiti della commedia e del farsesco, superati dagli eventi di una crisi dei titoli di stato che ha azzerato ogni previsione?
Lo scenario avverso dell'inflazione in crescita, ad esempio, è stimato all'1% per quest'anno. I dati rilasciati dalla BCE mostrano che l'offerta di moneta M3 sta diminuendo, contraendosi di 26 miliardi di euro a marzo. La crescita annuale è diminuita dell'1,1%. Il credito privato addirittura del 2,2%. Come ci ha ricordato il FMI, prosegue Evans-Pritchard, il tasso d'inflazione è cruciale per le dinamiche del debito in Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda e Grecia. E anche per l'Olanda.Un tasso di bassa inflazione dello 0,5% per questi paesi – che stanno già sperimentando uno anche inferiore – li soffoca attraverso il cosiddetto effetto denominatore, un crescente tasso d'interesse sull'indebitamento rispetto a un Pil nominale in diminuzione.
Le previsioni della BCE mostrano che il tasso d'inflazione della Spagna sarà dello 0.3% quest'anno e lo 0.4% il prossimo nel peggiore dei scenari. "Non scherziamo" sostiene Evans-Pritchard era -0,2% a marzo e il governo spagnolo sta già usando un -0,4% di deflatore per calcolare il Pil
Il test della BCE presuppone poi che in Italia i tassi a 10 anni sui titoli cresceranno del 5.5% e in Spagna del 5.6% nel peggiore dei scenari possibili. Non c'è dubbio che confidano sull'impegno di "do-whatever-it-takes di Draghi", ma la corte costituzionale tedesca ha già emesso una sentenza preliminare che afferma in un linguaggio molto chiaro e diretto di considerare questa prassi una violazione dei trattati europei e probabilmente “Ultra Vires”. Il peggiore scenario possibile ignora l'elefante che già si è posizionato al centro della stanza.
La Bce continua a insistere nell'inseguire un'inesistente inflazione, quando invece il pericolo mortale della deflazione in Europa c'è ed è - appunto - grande come un elefante. D'altra parte, la BCE se dovesse ammettere la minaccia deflattiva dovrebbe assieme rivedere in modo radicale la propria politica monetaria. La BCE dovrebbe creare denaro e metterlo a disposizione degli Stati dell'eurozona, ma non può farlo. La deflazione è utile alla Germania, azionista di controllo della BCE. E quindi, l'elefante si fa finta non ci sia.
Fonte notizia L'Antidiplomatico.it - Articolo originale scritto da Evans Pritchard per The Telegraph - che ringraziamo.